Quando mancano solo due settimane alla sua pensione, Rebus e la sua squadra, vengono incaricati di risolvere un caso di omicidio, un caso semplice, una rapina finita male. Almeno così sembra, finché indagando Rebus non scopre che la vittima è un noto poeta russo, dissidente, non allineato con il nuovo “regime”. Inoltre si convincono, grazie a parecchi indizi e testimoni reticenti che la storia è ben diversa, da quello che sembrava all’inizio. Ovviamente il sospetto che Rebus stia fuorviando le indagini per montare il caso alberga nell’animo di molti, ma le prove sembrano dargli ragione. Finché indagando non finisce per pestare i piedi a degli oligarchi russi, in visita d’affari a Edimburgo. Affari che riguardano la principale banca Scozzese, benedetti da una parlamentare indipendentista.
Quando la matassa sembra districarsi un poco, ecco spuntare Cafferty, il mafioso acerrimo nemico di Rebus ad intorbidire le acque.
Chi è che ha ucciso il poeta dissidente Todorow?
Perché hanno spostato il corpo dopo averlo massacrato di botte, devastandogli il volto? Che rapporti c’erano tra Todorow e la bella traduttrice? C’è qualche legame tra la morte di Todorow e la delegazione russa presente in quei giorni a Edimburgo?
Un avvincente romanzo, scritto bene, anche se a volte la velocità dell’azione è sacrificata per la costruzione della storia che è molto elaborata e il ritmo ne risente un po’. Di certo però i molti colpi di scena fanno dimenticare presto le pagine lente
Partitura finale
andrea zannini