Vetro freddo
Salvo affronta i casi a cui si trova a lavorare, con intelligenza e tenacia, sfruttando le conoscenze acquisite in anni spesi sulle strade e nelle fumose stanze delle questure adibite a centri d'intercettazioni telefoniche; è una sorta di mastino a cui non sfugge il particolare da altri trascurato, ma sembra essere una dolente vittima lui stesso, dei casi di cui si occupa. In sostanza non riesce ad avere una vita privata o quella che ha, si riduce a sporadici, freddi incontri, che segnano solo una parentesi nel suo percorso di caccia inesorabile e pieno d'insidie. Terribilmente umano questo personaggio che eccede in birre e sigarette, si gratifica di pessimi caffé da distributore automatico, che ascolta buona musica e si conquista la stima di colleghi e superiori per la sua tenacia, ma che alla fine di un'inchiesta, avverte il rumore sordo della solitudine. Il personaggio di Piergiorgio Di Cara è chiamato, in Vetro freddo ad affrontare la 'Ndrangheta, con le sue caratteristiche così simili e così diverse dalla Mafia siciliana. Di Cara rende le atmosfere e i duri paesaggi dell'Aspromonte, attraverso una narrazione in prima persona tesa e drammatica, in cui la voce del protagonista ci conduce lungo i percorsi della caccia, sostando a volte per mostrarci le sue debolezze, le sue fragilità ed incertezze. Più volte e giustamente, Di Cara è stato accostato a quello che viene considerato un capostipite del romanzo noir mediterraneo, Jean Claude Izzo e anche in questo suo lavoro, Di Cara non tradisce le attese di coloro che vogliono mandare il loro sguardo aldilà delle solari immagini da cartolina del nostro meridione.
(Franco Limardi per gentile concessione di Il Tempo di leggere)
Piergiorgio Di Cara - Vetro freddo - E/O GIUDIZIO: (non disponibile)
Vetro freddo- Di Cara - e/o
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