Blake Nelson

Blake Nelson ha vinto il “Premio alla letteratura” al Festival Grinzane Cinema 2008 di Stresa per il libro “Paranoid Park” dal quale è stato tratto il film omonimo.
Da qualche mese è tornato a vivere a Portland (Oregon) nella casa paterna e sta scrivendo un nuovo romanzo narrato in prima persona da un’adolescente, che dovrebbe intitolarsi “Lettere al mio futuro marito”.

Come’è nato Paranoid Park?
Mi sono ispirato a Delitto e Castigo di Fedor Michajlovic Dostoevskij. Volevo descrivere un ragazzo oppresso dal rimorso per aver commesso un grave delitto.

Chi ti ha ispirato il personaggio del protagonista?
Raskolnikov di Delitto e castigo, e alcuni ragazzi che hanno vissuto momenti difficili nella loro vita

Ti riconosci nel protagonista? Che tipo di ragazzo eri?
Da ragazzo a volte mi sentivo estraniato dagli adulti, altre volte tutto andava per il meglio. Ho cercato di immaginare che cosa avrei provato al posto di Alex. La situazione era terrificante, ma ne è venuto fuori un buon libro.

Nei tuoi libri spesso descrivi il mondo degli adolescenti, come ti documenti?
Giro per i MacDonalds, frequento avvenimenti sportivi e guardo MTV. Ho una simpatia particolare per il mondo degli adolescenti e ho notato che gli adolescenti sono molto onesti l’uno con l’altro.

Hai praticato lo skateboarding?
Si, ma poco da ragazzo. Ho provato ad andare sullo skateboard mentre scrivevo il libro ma continuavo a cadere e a farmi male.

Paranoid Park esiste realmente?
Si, ma non è un parco dove si va con lo skateboard. E’ un posto dove i ragazzi vendono droga per strada e bivaccano i senzatetto.
Il parco che ho descritto nel libro (e dove Gus Van Sant ha girato il film) si chiama “Burnside Skatepark” e è famoso in tutto il mondo.

Cosa pensi della versione cinematografica del tuo libro? Hai collaborato alla realizzazione?
Non ho collaborato molto. Adoro i film di Gus Van Sant e sono stato felice di lasciarlo lavorare liberamente. Ho pensato che fosse un’esperienza artistica interessante e avevo ragione!

E’ vero che nella realizzazione del film si perde qualcosa del libro?
Certamente, ma non importa. Ci tenevo che fosse un buon film e lo è.

Anche Gus Van Sant è di Portland. Vi conoscevate prima della realizzazione del film?
Si, ma solo superficialmente. Mia madre era stata una sua insegnante alle scuole superiori.

In quali altri paesi oltre agli Stati Uniti sono letti i tuoi libri?
I miei libri sono molto popolari in Polonia, al secondo posto ci sono l’Italia e la Germania.

Altri tuoi libri sono stati tradotti in italiano? A quando il prossimo?
Il mio primo libro, Girl, era stato tradotto in italiano nel 1995. E’ in fase di traduzione Gender Blender, che racconta la storia di sue compagni di scuola, Tom e Emma, ai quali accade accidentalmente di scambiarsi i corpi.

Eri già stato in Italia?
Si, ero stato a Roma da giovane. Ho pensato che fosse la più bella e più elegante città che avessi mai visto.

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere…
Non lo so, io sono capace di scrivere solo i miei libri

Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?
Uno scrittore tout court, spero, sebbene non mi dispiaccia essere considerato di genere. E’ un modo più sicuro per guadagnarsi da vivere.

Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare…

John Updike, uno qualsiasi dei libri della serie del Coniglio.
Il primo disco di Echo and the Bunnyman,
il film, naturalmente Paranoid Park

Vi sono scuole di scrittura creativa negli Stati Uniti? Cosa pensi? Ne hai frequentata una?
Si ce ne sono, non ne ho frequentata una ma insegnare in queste scuole è un buon modo per arrotondare, pertanto sono favorevole.

Si può vivere di sola scrittura oggi?
Si, ma non bisogna avere uno stile di vita troppo dispendioso. E se si è scrittori di genere si vive ancora meglio.

Che cosa facevi prima di vivere esclusivamente di scrittura?
Sono stato musicista, ho lavorato in un giornale locale e come commesso in un negozio di libri. Poi ho iniziato a scrivere storie che venivano pubblicate su un piccolo giornale di provincia.

Vuoi descriverti brevemente?
Sono molto determinato, per questo sono riuscito a fare della scrittura il mio unico lavoro. Fin da giovane ho pianificato la mia vita in modo da poter vivere anche se fossi rimasto a corto di soldi. Sapevo che sarei diventato artista e in qualche modo ce l’avrei fatta. Prima di Paranoid Park ho avuto un momento di difficoltà, poi fortunatamente le cose sono andate meglio.

Ambretta Sampietro

Potrebbero interessarti anche...