Le incompiute smorfie



Wladimir di Prima
Le incompiute smorfie
Maligrana
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Un esasperato divertissement surreale e allo stesso tempo un noir grottesco, con toni di thriller, questo Le incompiute smorfie, il nuovo romanzo del catanese Wladimir di Prima, che, appropriandoci delle sue parole, potremmo definire “Smoking Fetish”. Inquadratura d’inizio: Manhattan, Lincoln Center con un famoso artista italiano, seduto su un’imponente poltrona rossa a forma di smisurate labbra, pronto a parlare davanti alle telecamere. È stato invitato negli Stati Uniti per rilasciare un’ intervista televisiva nazionale, nel corso della quale ha deciso di svelare al pubblico tutti i particolari più segreti del suo personale passato remoto, prima dell’imprevedibile ascesa verso il successo. L’inizio della trasmissione da il via a una stravagante e incredibile autobiografia del personaggio dai toni psichedelici, con il fumo per tema portante, ma al tempo stesso vizio più torbido. E proprio la sigaretta legata all’universo muliebre ha regalato il titolo al romanzo, come l’autore ha dichiarato in un’ intervista rilasciata a Massimo Maugeri per Letteratitudine: «Nel romanzo la maggior parte delle figure femminili ha il vizio del fumo. Allora mi sono chiesto: com’è la smorfia di una donna quando fuma? Distratta, pensierosa, truce, malinconica, sensuale. No, c’è dell’altro. C’è qualcosa di ineffabile, un’incompiutezza. Ecco, sono incompiute, sono proprio così: le smorfie incompiute». Un’autobiografia che ricostruisce meticolosamente una solitaria infanzia da incubo, afflitta dai complessi e dalle paure, passata con due genitori al limite della follia, una giovinezza tormentata dai divieti, dalla malattia, una non vita insomma, e la quasi purificazione per l’incontro chiave con un sacerdote, Padre Nator. Con lui condividerà la sua morbosa ossessione, un specie di credo che, solo dopo una serie di fantasmagoriche peripezie, riuscirà a sublimare nell’arte che l’ha portato alla fama. Ma quasi alla fine della narrazione, qualcosa non torna più e all’improvviso non funziona, come un giocattolo a molla che si rompe. Cosa nasconde realmente la mente dell’artista? Cosa si nasconde nel Lincoln Center?

patrizia debicke

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