Alessandro Berselli in pillole

Il libro (di un altro) che avresti voluto scrivere e il libro (tuo) che NON avresti voluto scrivere

Il libro che avrei voluto scrivere è senz’altro OSSESSIONE di Stephen King, un romanzo ingiustamente sottovalutato anche all’interno della bibliografia dello stesso King. La storia di Charlie Decker, un liceale all’ultimo anno, che prende la pistola, spara a due insegnanti, e prendendo in ostaggio la sua classe dà il via a una specie di terapia di gruppo, costringendo gli altri studenti a rivelare imbarazzanti segreti relativi alla loro vita privata. Un monumento al noir psicologico.
Relativamente alla seconda parte della domanda, grazie a Dio il libro che non avrei voluto scriverlo non l’ho ancora scritto. Metto da parte la domanda e ti rispondo tra una ventina d’anni.

Sei uno scrittore di genere o scrittore tout court, perché?

Non sono uno scrittore di genere. L’adesione al noir è più che altro formale, mi piacciono le atmosfere dark e il tema della follia del quotidiano come pretesto per raccontare storie. In effetti trovo le definizioni di genere un po’ riduttive: scrivo le cose che ho voglia di scrivere, e molti miei racconti non c’entrano nulla con il noir. Vero è che in quasi tutti i miei romanzi c’è una atmosfera malsana, cupa, gotica.

Un sempreverde (libro) da tenere sul comodino, una canzone da ascoltare sempre, un film da riguardare.

L’amico ritrovato di Uhlman, i primi album dei Radiohead, Pulp Fiction. Non so se mi basterebbero su un’isola deserta, però se devo scegliere potrei accontentarmi. Certo che non avere a disposizione il rock degli anni settanta, o i film di Gus Van Sant, Kubrick, Cronenberg sarebbe durissima. Follia di Mc Grath posso tenerlo?

Si può vivere di sola scrittura oggi?
Di sola scrittura probabilmente no, però ci aiuta a scaricare a terra la nostra dark side, a lasciare decantare i pensieri neri. Quasi una necessità, una specie di esorcismo del buio dell’anima. Riuscire a viverci sarebbe stupendo, ma già avere il privilegio di scrivere come hobby mi fa sentire un eletto. Vedere i propri libri pubblicati, poter raggiungere la gente. E’ fantastico

Favorevole o contrario alle scuole di scrittura creativa? Perché?
Non ho una posizione a riguardo. Probabilmente favorevole perchè ci mette comunque in condizione di confrontarci con le esperienze di altri, ma se ti devo dire che le vedo come assolutamente necessarie o un passaggio inevitabile nel percorso di uno scrittore mentirei. E’ comunque formazione, quindi va bene. Ma sono solo una componente, un’occasione come un’altra per comprendere dei meccanismi. Risposta positiva ma non risolutiva, io perlomeno la vedo così

andrea villani

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