I mari del sud



manuel vazquez montalban
I mari del sud
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I Mari del Sud ci portano nel mondo che Manuel Vazquez Montalbán ha costruito per il suo detective Pepe Carvalho. Riusciamo a sentirne l’odore: di vino e di cibo. Il profumo del morteruelo di Cuenca accompagnato da Chablis freddo, delle melanzane gratinate con gamberi e prosciutto, della paella valenciana (“mezzo chilo di riso, mezzo coniglio, mezzo pollo, due etti e mezzo di puntine di maiale, due etti e mezzo di bajocons, due peperoni, due pomodori, prezzemolo, aglio, zafferano, sale e nient’altro”). C’č l’assistente Biscuter con i suoi manicaretti. C’č Charo, prostituta di cui Carvalho ha “responsabilitŕ sentimentale”. Ci sono i libri che gli servono per alimentare il fuoco del camino a “vendicarsi inutilmente della cultura che lo aveva isolato dalla vita”. E c’č un morto, ritrovato nei bassifondi di Barcellona. Ma non si tratta di un delinquente comune. Il cadavere č quello dell’industriale Carlos Stuart Pedrell, scomparso da un anno. Un imprenditore in crisi che voleva andare via, mollare tutto, fuggire per raggiungere un’isola qualunque della Polinesia. Anzi, aveva prenotato un viaggio a Tahiti e tutti pensavano che fosse partito. Per un anno di lui nessuna notizia, fino al ritrovamento del corpo. Che cosa era accaduto in quei 12 mesi? Dov’era andato Stuart Pedrell? Questo vuole sapere la vedova Mima e Pepe Carvalho, come sempre, indaga. Al suo fianco una nuova amica, la cagnetta Bietola. Sullo sfondo il clima pre-elettorale di una Barcellona post-franchista. Siamo nel 1979: paure, speranze e… speculazione edilizia. E poi un indizio. Un verso in lingua italiana: “Piů nessuno mi porterŕ nel sud”. Dove č andato, allora, Stuart Pedrell? Questa ricerca ci conduce alla scoperta delle diverse realtŕ sociali della Spagna di allora: ricchi borghesi, nobili in decadenza, politici emergenti, quartieri dormitorio. Anche questo č Sud. Un mondo fatto di uomini e donne che “leggono Marx fino a notte inoltrata e a primavera viaggiano verso la montagna sacra”, personaggi delineati in maniera intensa “che si portano sulle spalle quella dose di fragilitŕ, per quanto piccola, che spetta a ogni meridionale del mondo, di qualsiasi classe sociale”. In 190 pagine impari a conoscerli, questi personaggi, ad amarli e a odiarli. L’investigatore fa il suo lavoro: “Conosce quest’uomo? Č un mio parente”. E la soluzione, alla fine, arriva. Perché Stuart Pedrell doveva pur essere andato da qualche parte. Infatti, come ci ricorda Carvalho tutti vorrebbero arrivare “in un posto dal quale non voler far ritorno”.

marilia scavone

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