Colpe senza redenzione, firmato da Nicola Verde,è il giallo di Natale pubblicato dalla storica collana del Giallo Mondadori.
Un cenno sulla trama. Roma, marzo 1953. Quartiere popolare. Emidia De Felice viene brutalmente assassinata coi suoi due bambini nel palazzo dove la famigliola abitava.
A trovare i corpi la mattina sarà la portinaia Armida Trovaioli, sposata con Ferdinando, uomo triste e ancora arrabbiato, tornato dalla guerra sciancato e impotente. La portinaia ha notato la finestra spalancata e poiché il marito aveva acceso la caldaia, voleva chiederle di chiuderla. Sul posto si precipita il commissario di quartiere, Ermes De Luzio, prossimo alla pensione, detto Anamnesi per via di un profondo senso colpa che si porta dentro. Le indagini, tuttavia, per la loro gravità, vengono seguite dalla Questura centrale dove opera il commissario Leopardo Malerba, detto mezzacanna, ex appartenente all’Ovra, un inetto tracotante e vendicativo che ha saputo brigare per arrivare dove è arrivato. Malerba ha un conto aperto Caterina Toresin, sensuale ex prostituta che, da ultimo, è stata l’amante di Giacomo De Felice, il marito della donna assassinata coi suoi due figli. E non gli sembrerà vero al commissario di poter pareggiare i conti con la Toresin che la sera dell’omicidio è stata vista dalla vittima. Malerba troverà anche dei bigliettini melensi, ma la calligrafia non corrisponde e le indagini si arenano, anche perché la capitale viene sconvolta dal delitto di Wilma Montesi. Sarà il commissario Ermes De Luzio a risolvere l’intricata trama.
E qui ci fermiamo per non togliere al lettore il piacere della lettura di questo gran bel romanzo, già finalista al prestigioso premio “Alberto Tedeschi/Giallo Mondadori”, sostenuto da una scrittura elegante senza essere ricercata, capace di prendere e regalare emozioni e nozioni storiche. Un romanzo corale, con avvio da giallo classico, che si delinea capitolo dopo capitolo attraverso i vari punti di vista dei personaggi che danno appieno il senso della storia e creano empatia col lettore, mentre le indagini si dipanano e confluiscono via via che il vissuto dei personaggi si interseca. L’autore, campano di nascita ma romano d’adozione, dipinge un mirabile affresco della Roma post bellica, in piena ricostruzione, delineando sullo sfondo della storia principale, i primi anni della Repubblica, le crisi politiche, i primi eclatanti delitti di Roma capitale. A colpire, soprattutto, è il diffuso senso di pietà che Nicola Verde mostra per i suoi stessi personaggi, intrisi di quel decadentismo pessimistico che affonda le radici nella guerra di cui ancora portano le cicatrici nel corpo e nell’anima, senza tuttavia rinunciare al riscatto della speranza. Riscatto che affida alle donne che seppure duramente provate dalla vita, sono le sole capaci, col loro senso materno e indubbio intuito, di indirizzare il commissario Ermes De Luzio in questa indagine tanto personale e dilaniante, così come sapranno sorreggerlo e consolarlo al momento giusto. E anche turbarlo.