Un incidente blocca il centro di Milano. La macchina coinvolta ha a bordo due ragazzi. Uno dei due, morto nell’incidente, poco prima ha sparato con un Kalashnikov davanti a un locale alla moda in Brera, nel cuore di Milano, provocando diverse vittime. L’indagine è affidata al vicecommissario Rudi Carrera (già comparso nei precedenti romanzi di Bongiorni) che, mentre la stampa si scatena contro il terrorismo islamico paragonando l’accaduto alla tragedia del Bataclan e i servizi segreti scendono in campo, si concentra sull’arma. Come è possibile che un ragazzino incensurato avesse per le mani un Kalashnikov? Chi glielo ha dato? Secondo il poliziotto è da lì che bisogna partire: non dalle motivazioni del folle gesto, dalle implicazioni politiche e religiose, ma proprio dall’arma.
La sua ostinazione lo rende il bersaglio ideale, il capro espiatorio perfetto per le alte sfere nel caso l’indagine non dovesse andare bene.
Carrera però non se ne preoccupa e con piglio di mastino, ferito ma sempre mastino, non molla l’osso. Con i suoi metodi non sempre ortodossi (“a volte i princìpi sono un lusso troppo costoso”), Carrera prosegue nelle sue indagini, non disdegnando di rimestare nei bassifondi, supportato dalla sua squadra, coesa e unita anche nelle maniere un po’ spicce.
L’indagine lo porterà a scovare connessioni con preoccupanti fenomeni social e con le parti più oscure della società, quelle che operano nell’ombra senza scrupolo alcuno. L’unico momento di pace per il vicecommissario sono le sue passeggiate serali nella Milano che più ama, quella più antica, romana e le sue chiacchierate con il senzatetto Raimondo, unico confidente e amico.
Bongiorni torna a scrivere un romanzo duro e adrenalinico, che unisce il noir al poliziottesco anni ’70, con un’atmosfera carica di tensione a cui ben si adattano i riferimenti a celebri film western. In fondo è una sfida all’Ok Corral quella di cui si parla: l’istinto e la disperata tenacia di Carrera contro la macchina dei media e l’organizzazione dei servizi.
Con il mondo pieno di fantasmi da combattere e con un passato che lo tormenta, Carrera è il protagonista perfetto. Posseduto da una “grande bestia”, da un odio che lo tormenta, sempre sul punto di esplodere, ma allo stesso tempo appeso con un filo (pur sottilissimo) alla speranza di trovare un senso fuori dalla polizia, di riuscire a sentirsi adeguato anche in un altro posto. Di abbandonare il marciume con cui si deve quotidianamente confrontare e, magari, di ritrovare l’amore. Il desiderio di poter vivere una favola… anche se dannato.
Favola per rinnegati – Alessandro Bongiorni
Cristina Aicardi