La casa delle tenebre – Jo Nesbø 



Jo Nesbø
La casa delle tenebre
Einaudi
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Jo Nesbø è un prolifico scrittore norvegese di romanzi thriller. Che si è fatto amare soprattutto per la serie con protagonista l’ispettore Harry Hole, culminato nella trasposizione cinematografica de L’uomo di neve. Colui che ha contribuito ad alimentare la fortuna del cosiddetto filone del “giallo scandinavo”, a cui si potrebbe aggiungere una carrellata di nomi eccellenti. 

La notizia che abbia dato alle stampe il suo primo horror, quindi, ha suscitato interesse.

È importante per uno scrittore sperimentare altri generi letterari, uscire dalla propria comfort zone, allo scopo di mettere alla prova se stessi e alzare l’asticella. E perché no, divertirsi come fosse la prima volta, quando invece i romanzi all’attivo sono già tanti.

La casa delle tenebre è edito da Einaudi, nel novembre 2023, con traduzione di Eva Kampmann.

Jo Nesbø divide l’opera in tre parti, facendo trascorrere un arco temporale di quindici anni, tra inizio e fine della storia. Nell’intreccio egli inserisce vari espedienti tipici della letteratura horror, ovvero un filone che deve spaventare il lettore, facendo ricorso a entità mostruose che non hanno niente di umano. C’è la casa stregata; la carne che viene inghiottita da oggetti che si animano; un telefono che suona all’improvviso e a cui sarebbe meglio non rispondere. Sono questi solo alcuni esempi e influenzano l’andamento della vicenda. Un forte richiamo anche agli autori di genere, non si nega. Come Stephen King, di cui si avverte l’eco di It, e Edgar Allan Poe. Una déjà vu che dovrebbe essere considerato piuttosto come una sorta di omaggio, dato che i temi più inquietanti della letteratura dell’orrore trovano in essi i capisaldi.

Là dove anche i nomi hanno un significato, i soggetti si accalcano e niente è come sembra, facciamo la conoscenza del quattordicenne Richard Elauved. Dopo la morte dei genitori in un incendio, egli viene mandato a vivere dagli zii nella cittadina di Ballantyne, guadagnandosi la nomea di asociale tra i compagni di scuola. Emarginato, per forza di cose, il malcapitato finisce nei guai quando Tom, studente nella sua classe, scompare misteriosamente. Nessuno crede alla versione che dà Richard, perché è assurda! Tom è stato divorato dal ricevitore di una cabina telefonica situata nel bosco, mentre loro due ragazzi stavano facendo una chiamata a un personaggio “maledetto” del paese. Poco dopo anche un secondo compagno sparisce, volatilizzato come farebbe una mosca. Gli adulti pensano a una sorta di sociopatia, annidata nella mente di Richard, tanto che quest’ultimo viene spedito in riformatorio. 

Karen è la sua unica amica, colei che lo sprona a non arrendersi e a continuare nella ricerca della verità. Ma come fare, quando anche la polizia ti abbandona e si rifiuta di indagare?

Questa prima parte è suggestiva, del tutto in linea con le storie dell’orrore. Passano poi quindici anni, e finalmente ritroviamo lo stile che più conoscevamo di Jo Nesbø. Il viaggio nella mente umana; la dimensione onirica; il metodo con cui elaborare un evento traumatico.

Tre parti che sorprendono per la fantasia con cui sono state concepite da parte dell’autore, ma che forse il lettore non può fare a meno di trovare un tantino slegate.

Eppure Jo Nesbø ci sorprende sempre, per la naturalezza dei dialoghi, dato che nei suoi romanzi sembra di avere i protagonisti a un passo. E per la fragilità che riconosce all’essere umano, senza bisogno di edulcorare la pillola.

Esperimento nel complesso riuscito, quindi, per un horror consigliato agli amanti del genere.

Per chi attende il ritorno di Harry Hole, e mi metto in fila, è stato bello leggere tra le righe storie di incubi che sono propri del suo autore. Se andiamo bene a scandagliare, sono le paure che abbiamo tutti. Nessuno escluso.

Cristina Biolcati

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