Nel tranquillo quartiere residenziale di Crescent si trasferiscono i coniugi Gutteridge.
Giovane coppia londinese, Sherilyn e Brendan “molto belli, molto gelidi e molto riservati” sono i protagonisti del romanzo della psicoterapeuta Carol Topolski.
La storia della vita e del crimine perpetrato dai Gutteridge è raccontata da tutti coloro che li hanno conosciuti, a iniziare da Charlotte, l’anziana vicina di casa, attenta osservatrice delle loro abitudini e della loro maniacale ricerca della perfezione.
Con turbamento e angoscia, Charlotte si lascia andare sia alla cronaca degli eventi che al racconto dei suoi stati d’animo per un avvenimento che “ha deformato”la realtà facendole dubitare della bontà e sincerità di qualsiasi genitore.
I Gutteridge sono colpevoli di infanticidio e la vittima è la loro figlioletta Samantha. L’arrivo inaspettato della piccola ha turbato l’equilibrio e la perfezione patologica della coppia e li ha spinti a eliminarla.
L’infanticidio è raccontato dagli stessi genitori, le cui vite e comportamenti sono ricostruiti da colleghi di lavoro, parenti, amici, conoscenti.
Il romanzo non ha capitoli, è privo di dialoghi e manca l’io narrante.
La sua struttura narrativa è quella di una cronaca minuziosa dei fatti finalizzata all’analisi psicologica dei protagonisti. Con questa tecnica la scrittrice divide il romanzo in due parti, nella prima sviscera momenti di vita della coppia, mentre nella seconda Brendan e Sherilyn si raccontano partendo dal loro incontro.
Una ricostruzione a ritroso nel tempo, che rievoca episodi e momenti legati alla loro infanzia e a traumi e violenze subiti in famiglia. La loro unione, il loro sentirsi “anime gemelle, anzi anime fuse” compresi e completi solo rimanendo in coppia, si basa su un sentimento d’amore che diviene sempre più folle. La malattia mentale diventa più manifesta man mano che Topolski sposta la narrazione dal racconto a più voci a quello personale della coppia. La follia celata dietro una vita ordinata diventa sempre più evidente e il loro amore dipendente è davvero un mostro.
