Ha il ritmo di una filastrocca disturbante "Abbiamo sempre vissuto nel castello", ultimo romanzo della scrittrice americana Shirley Jackson (1916-1965). La trama è semplice. Ad animarla sono i personaggi, ritagliati come sagome di carta e resi indimenticabili dalle loro ossessioni. Due sorelle, Mary Katherine e Constance, vivono in una casa perfetta con lo zio Julian, unico superstite della famiglia, sterminata sei anni prima da una porzione letale di zucchero all'arsenico. Constance è bellissima e raffinata, si occupa di Mary come se fosse sua figlia, è un' eccellente cuoca e ama seppellire il cibo in cantina. Mary Katherine ha diciotto anni e avrebbe potuto nascere lupo mannaro perché ha il medio e lanulare della stessa lunghezza. Le sue passioni sono sua sorella Constance, Riccardo Cuor di Leone e il fungo mortale Amanita phalloides. Ha labitudine di nascondersi in un posto segreto e di sotterrare oggetti per proteggere la casa dagli estranei. Lo zio Julian è divorato dall'ossessione di scrivere un libro sulla tragica notte della strage. Non conoscono nessuno. Non frequentano nessuno. I cittadini del vicino paese li odiano e considerano la loro casa un luogo maledetto. Una volta alla settimana Mary Katherine va in paese per fare la spesa. I bambini la inseguono per lanciarle addosso come sassi le parole offensive di una vecchia filastrocca. Sembra tutto tranquillo fino a quando un elemento esterno non arriva a violare la pace della casa. E allora il piccolo mondo protetto comincia irrimediabilmente a cambiare.
Una storia nera, quella presentata da questo romanzo, che ha lo smalto gotico di un vero classico. Con semplicità Shirley Jackson, musa di Stephen King e Neil Gaiman , racconta della vita in isolamento come dellunico paradiso, sola possibilità per vivere di fantasia. L'inferno sono gli altri con le loro verità e l'odio per quanto non riescono a comprendere.
Altri libri di Shirley Jackson sono stati pubblicati in Italia da Adelphi: La lotteria (2007),
Lincubo di Hill House (2004).