Parola d’ordine: no spoiler. Perché se si ama Roma, se si è vissuto a Roma come cittadino o come turista curioso, dopo aver letto Non farmi male, l’ultima fatica di Fabrizio Roncone, non si può resistere alla tentazione di citare i tanti scorci della Capitale, le tante situazioni di costume e le gesta della sponda calcistica giallorossa che possono affiorare alla memoria del lettore durante la lettura. Una delle principali location in cui si snodano le vicende, ad esempio, è via dei Banchi Vecchi dove è ambientato uno degli scherzi del marchese del Grillo, con Alberto Sordi che fa murare la porta di un banco di pegni apponendo un pesante orinatoio in marmo.
«Roma godona e cafona, dopo la stagione buia del Covid, ha ricominciato a divertirsi»
Sullo sfondo della Capitale, vera e propria protagonista di questo romanzo, si muovono Marco Paraldi, ex giornalista, e la pletora di personaggi che Roncone dipinge con abilità, attingendo sicuramente al suo patrimonio di esperienze giornalistiche, da cronista del Corriere della Sera e da maestro nell’arte del racconto parlamentare. Sempre per mantenere il patto di segretezza con quanti si accingono ad affrontare le 256 pagine del romanzo pubblicato da Marsilio nella collana Farfalle, accenniamo brevemente al fatto che Roncone tributi omaggi e lodi ad importanti personaggi del cinema contemporaneo, regalando anche un cameo ad un attualissimo protagonista di una pellicola italiana candidata ai prossimi Oscar, e a scrittori, tra cui la citazione di quello che a suo parere (e non solo) è uno degli incipit più significativi dell’attuale panorama letterario e l’utilizzo di una lavagnetta per chiarire a tutti le cose che più detesta nel resto dell’umanità.
«Pasta e patate alla napoletana […] azzeccata, densa, non brodosa. E con la provola affumicata. Eccola qui: guarda che compattezza, senti che
profumo. Arriva dai Monti Lattari. Ma la mettiamo all’ultimo, a dadini… così si scioglie piano piano»
Non farmi male è anche romanzo dalle tinte alcoliche e culinarie, con le tantissime etichette di vini, superalcolici, primizie e piatti tipici regionali che accompagnano i vari protagonisti durante le varie situazioni ed è romanzo di protagoniste femminili. Tante le donne, giovani e meno giovani, con cui Paraldi intrattiene rapporti di varia natura, che caratterizzano la sua vita sentimentale, che si percepisce essere molto più complessa di come potrebbe apparire dalla narrazione. Il blocco affettivo di cui sembra soffrire Paraldi cammina di pari passo con il blocco dello scrittore con i vani tentativi di riuscire a concretizzare la proprie aspirazioni letterarie. Ma un ex giornalista che non riesce a scrivere un libro in cosa potrebbe cimentarsi in modo efficace se non in una vera e propria inchiesta a tinte molto fosche, con tanto di batteria di rapinatori all’antica e nomadi di Centocelle, di rapitori seriali di labrador, di mondanità capalbiese e di dramma ambientato nelle case popolari del quartiere Prenestino?
«È qualcun altro che sceglie per noi: decide cosa saremo, cosa faremo. Se nasci in una famiglia come la mia, sei condannata alla fatica quotidiana»
In conclusione, quello che possiamo augurarci è che Roncone si cimenti in una più fitta serialità del personaggio Paraldi vista la maestria con cui ha dosato gli ingredienti in questo noir che ha fatto seguito, dopo quasi cinque anni, a La paura ti trova in cui l’ex giornalista indaga sulla sparizione di un bambino di otto anni da un campo rom sotto il viadotto della Magliana.