Palermo Connection in blogtour: 5 buoni motivi per leggerlo!



Petra Reski
Palermo Connection in blogtour: 5 buoni motivi per leggerlo!
Fazi
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Dopo le tappe su Contorni di Noir e Vivere tra le righe, il blogtour di Palermo Connection arriva sul nostro portale.
Visto dagli altri.

Prima dell’avvento dei social network c’era già chi scriveva sui muri ed è affascinante come le moderne news feed siano rozze quanto quelle antiche. Non c’è alcuna differenza tra i primi ominidi che disegnavano scene della caccia e gli utenti di Facebook che postano la foto della “preda” acchiappata.
Anche le massime di saggezza spicciola hanno mantenuto lo stesso livello, ce ne fu una che mi colpì e recitava: “La mia immagine è a tua discrezione”.
Il modo in cui appariamo può essere percepito in maniera diversa da chi osserva ma è una valutazione estetica e – purtroppo – ad oggi è ancora il metodo più usato per valutare le persone, ma dovremmo essere più cauti e giudicare non sull’apparenza ma per le azioni che compiono.
Se così fosse, il mondo sarebbe un posto migliore.
Per l’uscita di “Palermo Connection, Serena Vitale indaga” di Petra Reski, edito da Fazi Editore, Milano Nera aderisce al blog tour elencando i cinque motivi per cui leggerlo.
Il romanzo inizia con l’incontro mancato tra il giornalista amburghese Wolfgang W. Wieneke, corrispondente del giornale Fakt, e la procuratrice Serena Vitale che ricopre il ruolo di Pubblico Ministero nel processo per associazione mafiosa contro Enrico Gambino, Ministro della Repubblica Italiana.
Il primo motivo è Petra Reski: giornalista e scrittrice nota per il suo impegno contro il crimine organizzato. Per farvi capire l’importanza del suo operato, vi basti sapere che in Germania il suo saggio Santa Mafia fu sottoposto a censura e in Italia suscitò un acceso dibattito tra politica e magistratura. Devo aggiungere altro?
Non si tratta di sola finzione: vi ricordate la frase de I soliti sospetti: “la beffa più grande che il diavolo abbia mai fatto è stata convincere il mondo che lui non esiste”?
Bene, il crimine organizzato vuole farci lo stesso scherzo. A differenza della mania americana di spettacolarizzare il fuorilegge, in Palermo Connection la mafia sembra non esistere, se non fuori da ridicoli teatrini in cui viene messa in scena una caricatura, ma il lettore più attento la può percepire, soprattutto dove non dovrebbe esserci.
La riconoscibilità: tra i personaggi ci sono i boss in 46 bis – il carcere duro per i mafiosi – e i pentiti che riportano l’operato da uomini d’onore. Atti criminali come i due giudici fatti saltare in aria, trattative tra stato e mafia, il figlio di un pentito sciolto nell’acido.
Vi ricorda qualcosa?
Come ci vedono gli altri: pensiamo che tutto il mondo ci creda poeti, santi e navigatori. Purtroppo non è così, la nostra immagine non è a nostra discrezione e all’estero ci vedono come pizza, mafia e mandolino. La preparazione e l’approfondita conoscenza di Petra Reski dell’Italia e degli italiani non si ferma al classico stereotipo ma, attraverso il punto di vista del giornalista tedesco Wolfgang W. Wieneke, ci ripropone con efficacia l’ambiguità dell’intreccio tutto italiano tra cronaca nera, giudiziaria e politica.
C’è sempre un buon motivo per riflettere: leggere è un balsamo per l’anima, un viaggiare senza confini e la possibilità di ampliare i propri orizzonti ma è anche impegno sociale e per questo motivo Palermo connection merita attenzione.

Le prossime tappe del tour di Palermo connection su Thrillernord e La stamberga d’Inchiostro

Mirko Giacchetti

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