Tracce dal passato – Louise Penny



Louise Penny
Tracce dal passato
Einaudi
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Il 6 dicembre 1989, un giovane studente canadese fece irruzione all’interno del Politecnico di Montréal, sparando a 28 donne e uccidendone 14. Lasciò uscire i ragazzi dall’università, trattenendo solo le studentesse, che erano il suo vero obiettivo. Si suicidò prima di essere catturato dalla polizia. Da questo fatto, rimasto tragicamente nella storia canadese come il massacro del Politecnico, la cui causa, come si scoprì da una lettera lasciata dall’assassino, era legata all’odio misogino contro le femministe, Louise Penny trae spunto per il suo ultimo romanzo Tracce dal passato, trattando la vicenda con grande delicatezza e rispetto. 

La storia si dipana su due piani temporali, il presente e il passato, nell’anno del massacro, rievocato dall’ispettore Beauvoir, che ricorda l’occasione in cui entrò a far parte della squadra del capo della Omicidi della Sûreté du Québec, Armand Gamache. Ma il passato prolunga sino all’oggi i suoi tentacoli, perché due giovani, la cui madre fu assassinata tanti anni prima, tornano a inserirsi nella vita del commissario. Infatti, la giovane Fiona, di cui si festeggia la laurea proprio al politecnico di Montréal, si insinua insieme al fratello Sam come un’ombra minacciosa tra gli affetti di Gamache, mentre una lettera misteriosa arriva ad aggiungere ulteriore preoccupazione tra gli abitanti di Three Pines. 

La cifra prevalente di Tracce dal passato è l’inquietudine, la sensazione di smarrimento e di perdita dei punti fermi della razionalità che pervade buona parte dei protagonisti, a partire dal commissario Gamache. Il nemico, l’avversario, è un’ombra sfuggente, sono i sospetti che tormentano Armand, le paure private che tornano ad affacciarsi dagli angoli più riposti in cui le aveva confinate. Fiona e Sam sono state due vittime innocenti della perversione e della malvagità degli adulti, ma ora, ormai cresciuti, cosa sono diventati? Questo interrogativo domina i pensieri di Gamache e pervade le pagine del romanzo, in un crescendo di suspense che raggiungerà il suo climax nello spettacolare finale. Ancora una volta, Louise Penny si conferma la legittima erede della Signora del giallo, la mitica Agatha Christie, ma aggiunge uno scavo psicologico e una caratterizzazione del contesto estranei alla scrittrice britannica, il cui impegno si focalizzava soprattutto sull’ingegnosità della trama.

Gamache ha la pazienza, il fiuto e la tenacia di Maigret, ma anche una ricchezza interiore e un’eticità che lo rendono molto contemporaneo, molto vicino al lettore. E come sempre accade nei romanzi della Penny, il piccolo mondo di Three Pines trasporta con sé chi legge, a tal punto che, chiusa l’ultima pagina, avvertirà con dispiacere e nostalgia il commiato dai personaggi.

Donatella Brusati

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