Un bello scherzo – Andrea Vitali



Andrea Vitali
Un bello scherzo

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I casi del maresciallo Ernesto Maccadò 
Martedì 5 marzo 1935. Una data che l’oste Gnazio Termoli e l’intero paese non possono dimenticare.  Al calare delle prime ombre, infatti, al molo attracca una motonave della Milizia confinaria da cui scendono tre uomini completamente vestiti di nero. Uno davanti e gli altri due dietro. Modi spicci e poche parole che incutono terrore. Gnazio e i pochi altri testimoni assistono a una scena che ha dell’incredibile. Dopo alcuni minuti i tre militi, infilatisi nell’intrico delle contrade, riappaiono al molo. Sempre in formazione, ma adesso tra loro, sorretto per le ascelle e trascinato come un peso morto, c’è il povero maestro Fiorentino Crispini. Caricatolo brutalmente a bordo, l’imbarcazione riprende il largo in direzione di Como.
E il Gnazio? Come tutti sanno, meglio farsi i fatti propri, fingere di non aver visto nulla e morta lì. Ma in questo caso… Il maestro Crispini… Come è possibile? A ripensarci, da qualche tempo il maestro non sembrava più lui. Unica soluzione: affidare la patata bollente ai carabinieri. Se la veda il maresciallo Ernesto Maccadò con quelli della Milizia. 
Tra coloro che leggeranno questa recensione  ci sarà  qualcuno che gli anni trenta li ha vissuti in prima persona. Chi li ha studiati benissimo e saprebbe descriverne i dettagli. E poi ci sono io che non sono vissuta in quel periodo, ma ne so qualcosa grazie ai racconti che i miei nonni mi hanno fatto. Dopo aver letto questo libro, però,  posso affermare che qualcos’altro ho scoperto su quell’arco temporale così  complesso, dove libertà  e sicurezza  non camminavano sullo stesso piano. Un periodo amato e  odiato. “Un bello scherzo” ha suscitato in me un misto di sensazioni. Da un lato ho avuto una iniziale difficoltà  a  leggere. Molti termini, espressioni sono locali e attempate.  Poi pian piano mi sono catapultata tra le pagine e ho seguito  le vicende che si sono susseguite. Con esemplare chiarezza, e una gran simpatia di fondo. Perché  se è  vero che alla base della storia c’è  un  mistero da risolvere, è  pur vero che i personaggi  che si impongono di svelarlo sono unici. Sia il maresciallo, gli altri carabinieri,  e coloro che popolano direttamente  o meno la vita del maestro Crispini. Un uomo che da remissivo quale è  diventa il protagonista assoluto di queste pagine. Altra grande bravura dello scrittore. Le pagine scorrono velocemente,  una dopo l’altra, senza sentirsi mai stanchi o annoiati. Si ride, si riflette, e ci si fa molte domande, alle quali solo alla fine si trova risposta. Che poi queste risposte piacciano o meno, lascio a voi la scelta.

Rosaria Russo

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