Ingannando si impara



Riccardo Landini
Ingannando si impara
CentoAutori
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Brenno Silvestri non è un poliziotto. E’ semplicemente un perito delle assicurazione specializzato nello smascherare tentativi di truffa. Questo fa sì che, per estensione, sia anche un investigatore dotato di un buon fiuto. Gli affari potrebbero andargli molto bene se non si trovasse a una svolta dolorosa della vita: da quando la sua compagna Claudia è stata uccisa non ha fatto che sprofondare sempre più nel lago doloroso dell’autocommiserazione, perennemente pervaso da una malinconia invincibile. In altre parole, si sta lasciando andare e questo non giova agli affari. Quando capisce di non poter più sostenere le spese del suo studio di perito delle assicurazioni, si rassegna a entrare in società con due colleghi.
La nuova sistemazione e, soprattutto, il fatto che non potrà più gestire a modo suoi i casi che gli verranno assegnati, lo riempie di amarezza. Ma deve farsi forza e cominciare ad attrezzare la stanza-ufficio che gli è stata destinata. Per arredarla, recupera nella cantina dello stabile un vecchio mobile di metallo, indispensabile per riporre i fascicoli e le carte. E’ uno schedario vetusto ma ancora in buono stato. Il socio che glielo ha messo a disposizione lo aveva svuotato tanto tempo prima, quando aveva rinnovato l’arredamento del proprio ufficio.
Brenno lo accetta. Lo carica sul suo Suv e lo porta a casa per ripulirlo.
Sono i giorni che precedono il Natale. Lo studio è chiuso per le feste e il lungo ponte. Brenno conta di passare le giornate in totale relax nel suo casale in campagna, immerso nella nebbia dicembrina, a pulire e aggiustare il suo mobile. Sta appunto passando lo straccio all’interno quando si accorge che non è vuoto. Sul fondo ci sono vecchie carte e fascicoli dimenticati. Riguardano casi ormai risolti da anni. Sono buoni per ravvivare le fiamme del caminetto. Brenno appallottola i fogli e li getta fra le fiamme quando, su una cartellina impolverata, legge un nome che lo colpisce: Letizia Guidi.
Dalla sua mente affiora piano piano il ricordo di una ragazza conosciuta molti anni prima, quando era uno studente. Incuriosito, comincia a sfogliare le carte scoprendo che si tratta di un caso di scomparsa. Letizia era uscita un giorno da casa ed era letteralmente evaporata. Di lei non si era saputo più nulla.
Letizia Guidi era stata la bella gelataia del paese alla quale erano in molti a fare la corte. Anche Brenno, giovanissimo, ci aveva fatto un pensiero, ma quando al suo posto, a distribuire i gelati, aveva trovato un’altra, se ne era dimenticato.
Quella sera di dicembre, nel casale immerso nella nebbia, con la sola compagnia del suo cane Straker, un molosso meticcio apparentemente pigro ma in realtà vigile e protettivo, Brenno sente risvegliarsi per la prima volta da quando Claudia è morta, l’istinto del cacciatore.
Che fine ha fatto Letizia? Perché il fascicoletto a lei intestato si trova lì?
Comincia così l’indagine che è l’anima di Ingannando si impara, un thriller molto serrato, pieno di colpi di scena, scritto con la penna fluida e leggera di un autore che, di romanzo in romanzo, si sta rivelando un autentico narratore di razza. A Riccardo Landini non interessa soltanto venire a capo di una storia complicata, dipanare un intreccio criminale, scovare cadaveri e smascherare assassini. Quello che colpisce in questa vicenda è il senso profondo della vita e la forza dei sentimenti che guidano l’azione.
I personaggi, a cominciare dallo stesso Brenno Sandrelli, sono credibili, pieni di un’umanità che non si coglie soltanto dalle loro azioni ma da tanti elementi di contorno: anzitutto dall’ambiente malinconico e desolato. E non è un caso se a Brenno, incapace di rassegnarsi alla morte della compagna, fa da contrappunto la malinconia della campagna invernale, perennemente immersa in una nebbia gelata.
L’epilogo, assolutamente inaspettato, è straziante.

Adele Marini

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