A Palermo, durante una sciroccata, può succedere di tutto. Anche di trovare un impiccato che penzola da uno dei ficus del Giardino Botanico. E di non riuscire a riconoscerlo, l’impiccato. E di scoprire, poi, che si tratta di un compagno di scuola che avrebbe dovuto trovarsi negli Stati Uniti. E che era tornato in Italia per sposarsi. Preceduto da una lettera in cui ti chiedeva di fargli da testimone.
Nel giro di qualche pagina Lorenzo La Marca, docente al Dipartimento di Biochimica applicata, single, amante della buona musica, del Laphroaig liscio e del suo appartamento con terrazzo nel cuore della vecchia Palermo, afflitto da una preoccupante dipendenza dagli ossimori, si ritrova coinvolto in una vicenda poco chiara, in cui potrebbe essere difficile riconoscere un suicidio o un annegamento casuale da un omicidio.
Stretto tra la giovane non-ancora-vedova Darline, bionda, americana e decisamente confusa, e la storica amica medico legale Michelle, rossa, francese e sicura di sé, portato a sospettare dei colleghi, colpito da una bottigliata non accidentale ma deciso a fare chiarezza, La Marca riuscirà a riordinare le idee, gli indizi e le conoscenze scientifiche per arrivare alla soluzione.
I delitti di via Medina-Sidonia, il primo romanzo di Santo Piazzese, è un giallo vecchia maniera, di quelli “con un bel movente, quelli da scavarci dentro”, per citare Spotorno, amico sbirro del protagonista. È un giallo di atmosfera, un libro raffinato, in cui personaggi molto ben costruiti si muovono in uno scenario di strade, ristoranti e corridoi universitari descritti con singolare precisione; è un viaggio tra i colori ed i profumi della Palermo amata da Piazzese, tra i vicoli del centro storico e le piazze assolate, è un romanzo che odora di oleandri, salsedine e ortaggi arrostiti, che culla sulle note della musica amata da La Marca, che diverte e stuzzica con le citazioni di libri e film senza mai risultare pesante o artefatto. I protagonisti dell’intreccio ritorneranno nel romanzo La doppia vita di M. Laurent.