L’analista del mercato editoriale Rüdiger Wischenbart, ha commentato cosě le classifiche internazionali del mese di aprile: Tempi duri: come venirne fuori potrebbe essere lo slogan scritto in grassetto sulla maggior parte dei titoli di questo mese – le preferenze di lettura sono condizionate dalla crisi finanziaria in tutti i paesi e i mercati. Molti di questi libri raccontano storie in cui la morte ha una posizione preminente, ma in cui sono presenti anche grazia ed empatia, amore e attenzione”.
Come dargli torto? Nelle classifiche internazionali, i principali bestseller di narrativa sono il nuovo libro di Mary Higgins Clark (primo negli Usa), o il diario di Jade Goody, personaggio del reality televisivo britannico, la cui recente morte per cancro ha avuto un’incredibile copertura mediatica. E proprio quando Goodie dichiarava di organizzare la sua pubblica dipartita per raccogliere fondi per i suoi figli, in Francia Marie-Laure Picat, malata terminale, madre di quattro figli, combatteva per essere autorizzata a decidere del futuro dei suoi figli anche dopo la proprio morte.
In fin dei conti anche in Italia le classifiche delle ultime settimane sono state caratterizzate quasi sempre da libri che trattano in modo diretto o indiretto di morte, di omicidi e di indagini. Da mesi sono in classifica i gialli di PD James, di Patricia Cornwell, Alicia Gimenez Bartlett, Fred Vargas, Michael Connelly o la trilogia Millennium di Stieg Larsson onnipresente anche in tutte le top ten internazionali. Insomma, la morte in tutte le sue sfaccettature, come quella raccontata anche da Stephenie Meyer nella saga di Twilight: i suoi vampiri hanno invaso persino la classifica cinese (ottava e nona posizione), per lungo tempo dominata esclusivamente dagli scrittori locali.
Curiositŕ da segnalare: questa settimana Paolo Giordano e Andrea Cammilleri sono, oltre che nella classifica italiana anche, rispettivamente, al terzo e al nono posto in quella spagnola. Tra i libri piů venduti nel Belpaese anche Cronologia di una scoperta (Baldini & Castoldi) del premio nobel Rita Levi Montalcini, al quinto posto e, all’ottavo Per non morire di Mafia, scritto a quattro mani da Piero Grasso e dal giornalista Alberto la Volpe. “Un testo senz’altro biografico”, come ha dichiarato il procuratore in un’intervista, in cui racconta della sua esperienza di giovane prima e di magistrato poi, ma che alla fine raccoglie le sue riflessioni sulla mafia come metafora del potere, sui problemi incontro ai quali va la giustizia e la speranza che , nonostante tutto, “ le cose possano cambiare, dettata dai nuovi segnali che, da qualche anno a questa parte, arrivano dalla societŕ civile”.