L’ombra della solitudine – Paolo Roversi



Paolo Roversi
L’ombra della solitudine
Marsilio
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Con l’anno nuovo è tornato un vecchio amico, Enrico Radeschi, lo scanzonato e abilissimo giornalista – hacker creato dalla penna di Paolo Roversi. Insieme a lui torna il Danese, con la sua inseparabile iguana e un personale tormento che neppure la vodka, le canne e il suo cinismo riescono a cancellare. Enrico in questa avventura si troverà coinvolto su più fronti, costretto a preoccuparsi per i guai in cui il Danese è andato a ficcarsi e a inseguire un assassino crudele e misterioso che ha ucciso una escort. Non sarà l’ennesimo omicidio in cui l’hacker offrirà il suo personale ( e interessato) contributo alla squadra dell’amico vicequestore Loris Sebastiani, ma un delitto che lo colpirà nelle corde più intime, spingendolo a cercare col suo Giallone per le vie della metropoli un omicida che si nasconde nella Milano bene, muovendosi in segreto come un serpente. 

In quest’ultima avventura, al giornalista si affiancherà una nuova aiutante, Liz, una giovanissima e sciroccata hacker di buon cuore (e pessimo carattere)  che lo aiuterà a uscire dalla ragnatela mortale in cui l’assassino tenta di invischiarlo.

In L’ombra della solitudine troviamo un Radeschi più maturo, costretto a fare i conti col dolore della perdita, metaforica e reale, e dell’inganno; un Radeschi che ha compreso come la spensieratezza e l’ironia scanzonata non sono sufficienti a tutelarci dalla sofferenza e dai tranelli che l’esistenza ci mette davanti. Roversi ci regala un protagonista che rivela molte sfaccettature, come quelle della nostra anima. Tra le pagine, il lettore trova riflessioni e pensieri di profonda umanità, come l’osservazione che Radeschi fa sul fatto che nelle metropoli come Milano i cani insegnano ai loro padroni l’importanza del prendersi cura di qualcuno per non abbrutirsi. Sono proprio gli animali, oltre agli abituali personaggi, i protagonisti di questo bel romanzo: i cani che sanno amarti con una dedizione totale, impossibile per gli umani, i pipistrelli, di cui Liz si prende cura con affettuosa sollecitudine, i pappagallini, con il loro allegro piumaggio, a conferma che si comincia da loro per recuperare quell’umanità che oggi sembra scarseggiare e che tutti rimpiangiamo.

Non possiamo che lodare un’opera in cui crime, tensione e ironia si uniscono a un’autentica compassione verso il consorzio umano, incrinato dalle sue fragilità, e a una commossa riconoscenza verso i nostri amici animali, che danno tanto chiedendo molto poco. Solo loro sono fedeli per sempre. 

Un libro da non perdere.

Donatella Brusati

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