Il giorno dei Lord – Michael Dobbs in Blogtour



Michael Dobbs
Il giorno dei Lord
Fazi Editore
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Dopo la prima tappa su La Tela Nera, perla presentazione del romanzo,  Il giorno dei Lord arriva su MianoNera che vi suggerisce 6 buoni motivi per leggerlo.

Leggere che passione.
Quando un uomo con una distrazione incontra un lettore con il proprio libro, l’uomo con la distrazione è un uomo ignorato. Se conoscete un lettore vero, di quelli che mangiano i lettori forti a colazione o siete voi stessi degli ammalati da lettura compulsiva, sapete che non servono molti buoni motivi per iniziare, ne basta anche uno solo.
Per Il giorno dei Lord di Michael Dobbs, edito da Fazi Editore, non ho faticato a gettare il naso tra le pagine e scordarmi di tutto il resto.
Il romanzo è ambientato nel giorno della cerimonia di apertura del Parlamento inglese, un appuntamento che non è solo istituzionale ma è anche una rievocazione degli usi e costumi della politica del Regno Unito. Alla presenza dei Lord, del Principe e di Sua Maestà la Regina fa irruzione un commando di terroristi e…
Se non vi è bastata la mia sinossi a metà per iniziare a leggerlo, ecco altri buoni motivi per farlo.
Primo motivo. Il tema è caldo, di scottante attualità. Con la paura di sentire la prossima esplosione, Dobbs trasporta la realtà nella finzione letteraria e mette sotto scacco i dirigenti politici di un’intera nazione. Certa letteratura e alcuni scrittori possono anche restare chiusi nelle torri d’avorio senza smettere mai di sfornare capolavori, la mia non è una critica a quelle opere in cui il mondo è solo una timida presenza che – ogni tanto – fa capolino tra le righe giusto per ricordarci che esiste, ma preferisco sempre aggirarmi in quelle trame in cui la quotidianità è attaccata dalla creatività. Ogni paese dell’Occidente ha preparato un piano antiterroristico per arginare qualunque minaccia, ma è davvero così? Ne Il giorno dei Lord accade l’impensabile e le vicende non sono il parto di una fantasia sfrenata ma il frutto di un’accurata pianificazione per sfruttare i punti deboli di un sistema ritenuto impenetrabile. Inoltre, vedere litigare due nazioni sorelle come l’Inghilterra e l’America non ha prezzo.
Secondo motivo. Il genere che non ti aspetti. In queste storie è molto forte la presenza “action”. Militari, spie e assassini la fanno da padrone a suon di strategie e combattimenti. Ne Il giorno dei Lord non mancano queste figure ma sono ai margini, la crisi è gestita da donne e uomini che portano sulle spalle l’onore e l’onere di una carica politica, una variegata selezione di esseri umani che possono aver scelto quella carriera per rendere più concreti nobili ideali o nutrire la più sfrenata delle ambizioni. Per certi versi, si tratta di una partita di calcio in cui i calciatori devono giocare su un campo minato ma non è ammesso un pareggio come risultato.
Terzo motivo. A proposito di tensione. Immaginatevi sempre la partita di cui sopra, non provereste una certa ansia a ogni passaggio di palla o non sussultereste per lo scatto di un attaccante? Ecco, Il giorno dei Lord scatena queste sensazioni. Per entrare nel dettaglio, i terroristi prendono in ostaggio per ventiquattro ore la Regina e le alte cariche dello Stato. Può esistere un fuoriclasse che risolve la situazione con un goal da antologia? A questa domanda trovate la risposta leggendo, ma per le oltre trecento pagine vivrete una sorta di stallo magnetico che non vi annoiera anzi, vi obbligherà a trattenere il fiato a ogni accenno di pericolo.
Quarto motivo. Signore e signori i Reali di Inghilterra. Come la Gioconda o il volto di Che Guevara sulle magliette, anche la Regina si è moltiplicata nelle immagini che abbiamo sotto gli occhi. Pensiamo di conoscerla e di sapere tutto di lei e della sua famiglia. È davvero così o ci crediamo al punto da rendere vera questa credenza? Plauso alla bravura di Dobbs che ce li presenta lontani dal ruolo istituzionale e sentirli parlare con il cuore in mano obbliga a rivederli sotto una luce diversa. Meno Reali e più reali.
Quinto motivo. Alla fine il personaggio c’è. La serie è dedicata a Harry Jones, un vecchio combattente che ha il vizio – o il pregio se siete un po’ bastian contrari – di andare sempre in direzione ostinata e contraria. Se la folla scappa, lui accorre sul luogo del fattaccio. Se tentano di sbarazzarsene diventa l’elemento fondamentale. È quel tipo di persona che se lo butti fuori dalla porta, ritorna dalla finestra facendoti capire che quello che sbaglia sei tu, non lui. Vederlo condurre un duello in punta di spada con i politici e una cellula terroristica atipica è come assistere a uno spettacolo funambolico.
Sesto. Ghost Track. Certe storie non possono uscire così dalla penna, di solito c’è qualcuno di molto bravo a mettere in fila parole per acchiappare il pubblico. Se siete vissuti su Marte e il nome Michael Dobbs non vi dice nulla… sappiate che è l’autore di House of cards, devo aggiungere altro?
Buona lettura e buon Il giorno dei Lord.

La prossima tappa del Blogtour de Il giorno dei Lord è domani su La bottega del Giallo con la recensione in anteprima, seguiranno poi ThrillerNord , Penna d’oro  e Una Pausa di lettura

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Mirko Giacchetti

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