Superficie – Olivier Norek



Olivier Norek
Superficie
Rizzoli
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Non lasciatevi ingannare dal titolo: queste non sono pagine scritte perché possiate pensare di fermarvi alla “superficie”. Troppo facile. Troppo comodo. No, qui non è come nella vita di tutti i giorni in cui, persi in un susseguirsi di impegni, in una continua corsa senza meta, sembra non esserci più spazio né tempo per guardare oltre la superficie, negli abissi più reconditi delle nostre esistenze. 

Dritto come uno sparo in pieno volto queste pagine ci mettono davanti all’indagine che mai vorremmo affrontare: quella su noi stessi. Noi, le nostre manchevolezze, i nostri limiti. Fragilità che non riusciamo né vogliamo accettare. Che nascondiamo agli altri e prima ancora a noi. L’indagine che più rifuggiamo, quella per cui riusciamo a costruirci infiniti alibi, a stanare anche le più deboli attenuanti pur di uscire assolti dal tribunale delle nostre responsabilità.  

Dritto come uno sparo in pieno volto Olivier Norek smaschera paure e debolezze della nostra società. La propensione alla superficialità, la profondità di facciata. La mancanza di coraggio, l’incapacità nel mettersi in discussione. Fino al giorno in cui è la vita a decidere per noi portandoci in fondo a quell’abisso da cui riemergere sembra essere impossibile. Quel giorno Noémie Chastain lo ha impresso nelle cicatrici che le attraversano il viso: segni indelebili di quella mattina, del blitz in cui è rimasta ferita gravemente, dello sparo che l’ha colpita in pieno volto. Il suo prima, il suo dopo. Per lei, talentuosa capitana della squadra antidroga, ora sembra non esserci più posto a Parigi: quel volto sfregiato è un monito per i colleghi. Il richiamo inquietante ai rischi del loro mestiere. Quel volto sfregiato è qualcosa di inaffrontabile persino per il suo compagno. Nessuno riesce a leggere cosa si nasconde dietro quelle cicatrici. Le ferite profonde con cui Noémie sarà costretta a fare i conti per il resto dei suoi giorni. Nessuno sembra voler davvero sforzarsi di capire. 

Trasferita in via provvisoria ad Avalone, sperduta cittadina della campagna occitana, è costretta a ripartire da un piccolo commissariato locale di cui deve valutare la possibile dismissione: anche qui quella che in “superficie” sembra essere un’opportunità per rimettersi in sesto è invece un trasferimento strategico per dare modo e tempo a chi di dovere di inchiodarla a una scrivania, abbastanza lontano dagli sguardi altrui. Tra colline e campi disseminati di fattorie la vita di Noémie scorre a una lentezza per lei inimmaginabile fino a poche settimane prima. Poi un giorno dalle acque di un lago artificiale che sorge a pochi chilometri da lì riemerge un fusto di plastica: dentro ciò che rimane di un piccolo corpicino.   

La ricerca di risposte che quel cadavere reclama si accompagna all’indagine che Noémie conduce dentro di sé: la scoperta di un nuovo “io”, l’accettazione nello sguardo altrui, l’acquisizione di nuove consapevolezze per ritrovare in sé quella forza, quella determinazione credute perse per lungo tempo. La rinascita di No, così come preferisce farsi chiamare nella sua nuova vita, non può non passare attraverso quelle cicatrici. Non può non passare attraverso la sua dolorosa discesa negli inferi. Lì, negli abissi della propria anima, dove affondano traumi e paure recondite. Lì, dove prendono forma malvagità e propositi maligni: gli stessi fantasmi che si agitano nella profondità delle acque di quel lago e che toccherà alla capitana Chastain riportare in “superficie”.  

Nessuno immune. Nessuno esente da colpe. In questo quadro di esistenze ritrovate e anime perdute per l’eternità, Norek cattura e dipinge la profondità che ogni “superficie” custodisce in sé. La narrazione non concede respiro: la frenesia della routine parigina in contrapposizione alla tranquillità della vita di provincia ne scandisce i ritmi. Difficile non notare la precisione con cui vengono descritte procedure e strumentistiche di indagine: dettagli preziosi in cui si riflette la lunga esperienza sul campo dell’autore (diciotto anni di lavoro in polizia) che conferisce maggior realismo a pagine già di per sé particolarmente intense.  

“Superficie” si apre con uno sparo, quello che colpisce in pieno volto la capitana Chastain, e si chiude con uno sparo, indirizzato questa volta al lettore: l’ultimo colpo di scena, qualcosa di davvero inaspettato e sorprendente, per cui vale la pena sprofondare con Noémie fino in fondo all’abisso. Quell’abisso da cui si può riemergere solo accettando che niente sarà più come prima. Neanche noi.  

Giulio Oliani

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