Se esiste un perdono – Fabiano Massimi



Fabiano Massimi
Se esiste un perdono
Longanesi
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Molti di voi avranno visto il filmato di quell’anziano signore inglese, Nicholas Winton, chiamato ad assistere a un programma televisivo dedicato a quanto aveva fatto ai tempi della Seconda Guerra Mondiale.
Grazie alla sua dedizione e tenacia molti bambini, ebrei e non, erano riusciti a scappare da Praga su treni diretti in Inghilterra da lui organizzati nei giorni precedenti l”invasione nazista.
Un uomo schivo e riservato, che non aveva mai raccontato cosa aveva fatto, e che certo non si aspettava che la persona seduta accanto a lui in teatro fosse una di quei bambini. E ancora più grande è stata la sua  sorpresa quando la presentatrice ha chiesto se nel pubblico ve ne fossero altri e tutti si sono alzati in piedi.
Centinaia di persone , ormai adulte, che gli dovevano la vita e che erano lì a ringraziarlo.
Se esiste un perdono racconta l’impresa di Nicholas Winton, Doreen Warriner e Trevor Chadwick, che nelle tre settimane precedenti l’invasione della Cecoslovacchia rischiarono la loro vita per salvare il maggior numero possibile di bambini.
Una storia romanzata, ovviamente, che si basa  però su accertate fonti storiche e che racconta la Praga di quei giorni convulsi, in cui la popolazione era divisa tra coloro che prevedevano il disastro imminente e altri che sognavano la rinascita a fianco di Hitler. 

La frenesia di quei giorni, con l’urgenza di salvare vite, offrire aiuti, trovare soldi e documenti e garantire un approdo sicuro, si scontra con traditori, doppiogiochisti  e filonazisti. Bisogna fare i conti anche con il dolore della consapevolezza di dividere per sempre i bimbi dalle famiglie, ma si può altresì contare sull’aiuto di gente di buon cuore, disposta a rischiare la propria vita.
E se questa è la Storia con la S maiuscola, Massimi inserisce nel racconto anche una storia con i contorni e il linguaggio di fiaba che ben si adatta alle magiche atmosfere Praghesi, tra labirinti di vie, passaggi nascosti, castelli, Mulini del Diavolo, boschi e grotte.
Nella notte, tra i vicoli della città, si aggira una bambina con una mantella bianca con il cappuccio,  i riccioli biondi e occhi dalle pagliuzze dorate. Porta un paniere con dei sacchettini azzurri contenenti una manciata di sale, un bene rarissimo e prezioso. Li vende per una moneta o li scambia, e poi sparisce nell’oscurità. Nessuno sa chi sia o dove viva la Bambina del sale. Pare quasi una delle tante leggende che circolano a Praga. Una notte, però, Cappuccetto Bianco si scontra con un gigante cattivo, un orco.
Riesce a sfuggirgli, ma l’uomo inizierà a cercarla per vendicarsi. E intanto il Lupo Cattivo, Der Wolf, come era chiamato Hitler, giunge in città. Il tempo è scaduto.
Molti sono i rimandi alle fiabe che Massimi inserisce nel testo, da Cappuccetto Rosso a Pollicino, agli Stivali dalle sette leghe. Perché la storia di Nicholas, Doreen e Trevor insegna che “anche un solo bambino vale un mondo intero”, che ogni storia, anche la più crudele, può contenere una fiaba con un lieto fine, anche se non per tutti, e una morale, un insegnamento.
Quello di Nicholas Winton è: “se qualcosa non è impossibile, allora è possibile farla.”
Un romanzo narrato con precisione storica, ma anche con la leggerezza di una novella dove la tragicità della Storia è punteggiata da luci di speranza che nascono da uomini di buona volontà.
E come dice l’autore nelle note finali: “partiamo da qui”.

Cristina Aicardi

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