Quattro chiacchiere con Francesco Abate – Incontro on line organizzato dalla casa editrice Einaudi su “Il misfatto della tonnara” 

“Clara Simon, giornalista dell’Unione, sempre in prima linea quando si parla di diritti delle donne, tornerà a investigare nel terzo libro della saga a lei dedicata. Questa volta dovrà scoprire cosa è successo durante una manifestazione di femministe quando qualcuno aggredisce una maestra e i sospetti ricadono su un giovanotto dell’alta società”. Così Stefano Jugo, responsabile marketing e social media manager per Einaudi ha presentato, durante un incontro on line con l’autore, “Il misfatto della tonnara”, il nuovo giallo di Francesco Abate, terzo romanzo che ha come protagonista Clara Simon, figlia di un capitano di marina scomparso durante la rivolta dei Boxer e di una cinese del porto, ambientato nella Cagliari di inizio Novecento. Jugo ha poi aggiunto: “E’ un giallo storico appassionante e con un personaggio indimenticabile”.

Dello stesso parere le giornaliste e blogger presenti all’incontro che, dopo aver letto e apprezzato il libro, hanno approfittato dell’iniziativa per porre varie domande all’autore su questo terzo romanzo che succede a “I delitti della salina” e a “Il complotto dei Calafati”

Quali avvenimenti tra quelli che hai narrato sono accaduti veramente e quali personaggi hai deciso di raccontare e di ricordare in questa storia?

Come giornalista dell’Unione Sarda ho la possibilità di sfogliare le vecchie copie del giornale e trovare notizie interessanti che possono dare spunto alla storia. In questo caso è stato un mio collega che ha trovato un trafiletto dove si proibiva alle ragazze di andare a teatro a vedere la  messa in scena dell’opera “Casa di Bambola” di Ibsen  da parte della famosa attrice Italia Vitaliani perché ritenuto disdicevole in quanto esaltava l’emancipazione femminile. Questo, insieme al movimento delle suffragette, è stato dunque lo spunto per la trama del romanzo.

Cagliari  può essere considerata un altro personaggio del tuo libro, qual è il tuo rapporto con questa città? 

Sono nato in questa città e già a vent’anni sapevo che era la città dove avrei voluto vivere. 

Scrivere di Cagliari è un atto d’amore verso questa città che mi meraviglia costantemente e proprio per questo mi esercito a scoprire curiosità che la riguardano nel passato come ho fatto in questo libro (con la scoperta del movimento femminista agli inizi del Novecento). Naturalmente vedo e rifletto anche sulle criticità di Cagliari – anche grazie al mio lavoro di giornalista – ma è una città che non posso fare a meno di amare.

Nel leggere il tuo libro è impossibile non notare la grande attenzione che dedichi ai personaggi minori: qual è la motivazione?

Ho fatto tesoro di una critica che mi era stata fatta nel primo o nel secondo libro che ho scritto (quindi si tratta di più di vent’anni fa) nel quale mi si faceva notare una poca accuratezza nella descrizione dei personaggi minori e allora ho deciso di fare attenzione e di cambiare il mio approccio verso di essi. La mia scrittura è a volte un po’ filmica, un po’ teatrale e quindi mi sono appassionato e specializzato nella descrizione dei caratteristi, di quei personaggi minori che portano in scena i loro tic, il loro particolare linguaggio. In questo modo è possibile far notare la molteplicità di persone che coesistono (o coesistevano come nel caso dei romanzi della saga della giornalista Clara Simon) in una città in un determinato periodo.

Clara Simon- come riportato in questo libro dal ritorno dal viaggio a Napoli – “aveva portato con sé la doppia natura del vulcano: fuori quieto, dentro pronto ad esplodere”, quali sono invece le caratteristiche tipicamente sarde di Clara? 

La tenacia e la testardaggine. E’ sicuramente una protagonista un po’ spigolosa: nel primo libro “I delitti della salina” a qualche lettore è risultata persino antipatica. Nel tempo c’è stata però una profonda maturazione dovuta anche al fatto che Clara ha solo ventun anni e a quell’età si è come delle spugne e lei  è cambiata e cresciuta in poco tempo ascoltando quello che hanno da dire i vari personaggi che ha avuto modo di incontrare.

Barbara Ghiselli

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