Dio è distratto



gianluca liguori
Dio è distratto
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Il dato inequivocabile che emerge da questo primo libro di Gianluca Liguori è sicuramente l’immagine che l’autore vuole dare di sé.
Sicuramente innamorato della scrittura, attraverso i suoi ricordi di giovane scrittore in erba egli ci trascina in un turbinio di gioie e delusioni amorose, amicizie complesse ai limiti del morboso, ubriacature, notti in bianco, canne e tormenti da Bukowski post-moderno.

Il tutto narrato con uno stile che, sebbene evidenzi l’entusiasmo giovanile verso il mestiere dello scrittore, troppo spesso finisce per risultare barocco ed eccessivamente pesante.
La sensazione che l’autore si stia “scrivendo addosso”, che quindi stia scrivendo più per se che per i lettori, è presente per tutte le pagine del libro e stanca ben prima della fine.
Un esercizio di stile, quindi, sicuramente apprezzabile per la ricercatezza linguistica e la ricchezza lessicale ma che non riesce a rendere partecipi delle sofferenze sicuramente patite in gioventù dall’ancora comunque giovane autore.

davide schito

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