Bobby e Gil sono figli di due diversi destini americani. Incrociano le proprie giornate, ma continuano a camminare su marciapiedi opposti. Bobby Rayburn è la nuova stella dei Sox, società di baseball che si è svenata pur di metterlo sotto contratto. Un accordo monstre che stimola i pruriti dei media. Gil invece commercia in coltelli. La vita non è che gli stia proprio sorridendo, ma, parafrasando lo Springsteen di Highway Patrolman, il fatto è che, al di là dei rovesci della fortuna, Gil ain’t no good. La passione per il baseball si diverte a giocarlo un po’ troppo perché Gil riesca a mantenere l’equilibrio per stare in piedi in tempi così precari. Bobby detesta Gil. Meglio, disprezza “i Gil” grazie ai quali si è riempito di grano. Vive in uno stato di atarassia solitaria tutta sua. Forse se gli chiedete in che anno siamo e in quale giorno di quale mese vi spalanca i suoi occhi vuoti dentro cui rischiate di annegare. Non vuole ammetterlo, ma il peso dell’ipertrofico contratto lo sta schiacciando e l’inizio della stagione non lo vede battere come ha abituato i fan. E giornali e tv sono impietosi. Gil invece subisce l’invidia tipica del nothing man. Ma dei suoi dei non può fare a meno. Più che ossessionato. Trapped. Che il padrone mi licenzi pure. Ma se i Sox vincono vado a sbronzarmi davanti a casa sua. E quando due tensioni si toccano e i protagonisti vivono, pur a modo loro, una vita estrema, la benzina è lì pronta per essere versata sul fuoco che inizia a salire. Perché tutti abbiamo il diritto di essere eroi almeno una volta no? Lo cantò Bowie, lo disse Warhol. E se c’è da allargare le maglie della legge, raccogliere cadaveri da terra, essere testimoni di tradimenti famigliari, partecipare a rapine, aggredire e poi rincorrere, scappare per non essere aggrediti, che sarà mai. Bostoniano, classe 1947, conosciuto e apprezzato autore di crime story, Peter Abrahmas ritorna nelle nostre librerie grazie ai tipi della 66thand2nd che rieditano The Fan, romanzo del 1995, portato sul grande schermo da Tony Scott e Robert De Niro. Romanzo asciutto nella forma e lisergico nell’anima. Narrazione che, pagina dopo pagina, dà profilo a una lucidità distorta che si fa azione nel più pericoloso dei modi. Quello che pretende di fare del bene in un mondo inghiottito dal male. Difficile si salvi qualcuno. Ma che si salvi qualcuno o no, non è affatto così importante. Il danno dell’eroe prescinde ogni redenzione.
The Fan
Corrado Ori Tanzi